Energia e biogas da rifiuti: le nuove frontiere delle energie rinnovabili
In tempo di crisi è vietato ogni spreco, soprattutto quando si parla di energia elettrica, un bene così comune quanto prezioso.
Qualche decennio addietro, il termine “rifiuti” veniva percepito come qualcosa di pericoloso, legato alla problematica dello smaltimento. In particolare è difficile trovare nuovi spazi dove stoccare l’enorme quantità di rifiuti solidi urbani e organici.
Da qui la necessità di trasformare questa problematica in risorsa, producendo energia e biogas dai rifiuti. Ad oggi le soluzioni adottate sono:
- Stoccaggio in discariche controllate: soluzione sicura e poco costosa ma richiede grandi volumi e non sfrutta il potenziale energetico dei rifiuti
- Inceneritori: Bruciano i rifiuti in modo da ridurne il volume. Le emissioni sono accettabili se l’impianto è dotato di un adeguato sistema di trattamento fumi.
- Raccolta differenziata: separando a monte l’immondizia, si riesce a razionalizzarne l’uso e favorire l’eventuale riciclaggio o trasformazione
- Impianti che producono energia da rifiuti:
- Termovalorizzatori: producono energia elettrica e termica da CDR (oggi CSS), rifiuti solidi urbani ecc
- Impianti di digestione anaerobica: producono energia elettrica, termica, biometano o biogas da rifiuti organici come sottoprodotti e FORSU.
L’ultima soluzione, abbinata alla raccolta differenziata, è sicuramente la miglior strada percorribile. È proprio di questo tema che da molti anni si occupa SMEA, progettando impianti che producono energia da rifiuti.
Processo per produrre energia e biogas da rifiuti (torna su)
Dopo la differenziazione si ottengono:
- FORSU: rappresenta la Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano.
- Rifiuti solidi: è la frazione di sostanze secche in parte riciclabili (PET ecc..) e in parte no.
La FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) può essere pretrattata e inviata in appositi digestori anaerobici. Qui per mezzo di particolari batteri, avviene la trasformazione della sostanza putrescibile in biogas, la prima fase del processo per produrre biogas da rifiuti. Il biogas può essere inviato ai cogeneratori per produrre elettricità e calore, oppure può essere trattato in appositi impianti di upgrading che permettono di ottenere biometano con grado di purezza prossimo al 99%. L’effluente digerito, costituito dai fanghi esausti, può essere ispessito e compostato: in questa maniera si ottiene dell’ottimo ammendante. Quest’ultimo può essere utilizzato dagli agricoltori per fertilizzare le diverse piantagioni: si chiude così la filiera agroalimentare.
I rifiuti solidi urbani riciclabili vengono raccolti e dopo opportune trasformazioni reimmessi nel mercato, quelli non riciclabili invece vengono utilizzati per generare CSS (Combustibile solido secondario). Quest’ultimo viene poi inviato in apposite centrali termoelettriche a CDR dove, tramite combustione, si ottengono elettricità e calore. Le ceneri prodotte inoltre sono una minima parte del volume iniziale, e possono essere facilmente stoccate e smaltite. Grazie alla tecnologia SMEA inoltre, le emissioni gassose sono fino a 10 volte inferiori ai limiti imposti dalla legge.
Attualmente la tecnologia e il Know-How offerto da SMEA rappresentano un’eccellenza nel campo ambientale. L’obiettivo rimane la continua innovazione tecnologica nel pieno rispetto dell’ambiente.